CURIOSANDO
La notte in bianco

3 Aprile 2020 · Notizie · Ultimo aggiornamento il 3 Aprile 2020

CVar – Vi sarà capitato di ascoltare o di usare l’espressione “notte in bianco”: significa trascorrere l’intera notte senza dormire. Per il DELI (“dizionario etimologico della Lingua Italiana” di Manlio Cortelazzo e Paolo Zolli, edito dalla Zanichelli), si parlerebbe di “notte”, registrando come prima attestazione scritta in italiano della locuzione “notte in bianco” nel Dizionario enciclopedico italiano della Treccani dell’edizione dell’anno 1955. Interessante, però, notare che Italo Calvino -già prima del 1952, anno di pubblicazione del romanzo Il visconte dimezzato– così scriveva: «adesso non voleva pensare, aveva passato la notte in bianco, aveva sonno». Sempre il DELI riporta al 1905 la prima attestazione scritta di “notte bianca”, quale espressione sinonima della classica “notte in bianco”.

A tal proposito, sia il Vocabolario della lingua italiana Treccani (per la voce notte), sia Giuseppe Pittàno (Frase fatta, capo ha, ed. Zanichelli) -che riprenderebbe Quitard (autore del Dictionnaire étimologique, historique et anecdotique des proverbes)- ne farebbe risalire l’origine al medioevo.

Questa semplice frase richiama l’antica “veglia d’arme” dell’epoca cavalleresca, ove l’ammittendo -ovvero l’aspirante Miles– doveva presentarsi alla solenne Cerimonia di Investitura totalmente purificato. Al termine della “notte in bianco” l’iniziando esprimeva il giuramento solenne -nelle mani del signore- e veniva praticata la cosiddetta adoubement con la trasmissio di alcuni “signa super vestem” tra cui la consegna della spada, l’eventuale imposizione del mantello e/o di una collana. Inoltre, il neo Cavaliere riceveva il simbolo contraddistinguente la fraternita cavalleresca o l’Ordine di Collana, o Equestre, in cui entrava a far parte.

La cerimonia, vera e propria iniziazione cavalleresca, normalmente prevedeva l’ingresso del candidato al Cavalierato. Era detta “notte in bianco” perché l’ammittendo, condotto in una cappella per trascorrervi l’intera notte in preghiera, veniva vestito di una tunica bianca, a simboleggiare la purezza da attingere da Nostro Signore Gesù Cristo, da cui il termine tanto diffuso.