La “Croce leonina” Signum Sacri Itineris Hierosolymitani: decorazione pontificia creata da papa Leone XIII per decorare i Pellegrini in Terra Santa
AV – La Custodia di Terra Santa ha compiuto otto secoli dalla sua costituzione e dalla creazione di una particolare distinzione pontificia affidata in perpetuum a Sua Paternità il Custode del Monte di Sion che ha facoltà di decorare i pellegrini che giungono a Gerusalemme. Ma a livello antropologico cosa spinge un uomo ad andare verso la Città Santa? Secondo san Girolamo -il padre della Vulgata– il primo “pellegrinaggio penitenziale” verso la cosiddetta “Città Santa” avvenne subito dopo l’Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo. Una storia, dunque, bimillenaria quella dei viaggi compiuti dai fedeli verso i Loca Sancta per immergere -come dice San Pietro nella sua lettera- le proprie impronte in quelle di Cristo.
Il fenomeno del pellegrinaggio diede origine ad una quantità crescente di pellegrini che nel corso degli anni aumentarono sempre più, alternando fasi calanti e crescenti a seconda degli accadimenti geopolitici. Potremmo differenziare in cinque fasi questo flusso di gente giungente da Cismare verso le terre cosiddette “Ultramarine” -intendendo con questa definizione lo spostarsi da occidente, dunque da una prospettiva europea, verso Ultramare al Medio-Vicino-Oriente-:
Gerusalemme
dall’anno 35 a.C. fu conquistata dai Romani che intorno al 70 d.C.
distrussero il Tempio di Salomone, già demolito durante la
cosiddetta “Cattività Babilonese” del 582 a.C., ricostruito da
Erode;
a questa fase “romana” seguì l’assoggettamento di queste
terre all’Impero;1
Gerusalemme
epicentro della cristianità 325-632 d.C.: dai ritrovamenti delle
Sante
Reliquie
-“vera Croce” e Sacri
Chiodi–
con la successiva edificazione del Templum
Domini
dell’Anastasis
di Nostro Signore Gesù Cristo
-la cosiddetta Basilica
del Martyrium
fu costruita con un decreto imperiale di Costantino
il Grande
che accondiscese alle richieste della madre, Sant’Elena,
che volle erigere un’edicola sul luogo della Risurrezione;
La conquista per
mano musulmana: la “Città Santa” divenne “Al-Quds” -che in
arabo significa “La Santa” poiché Muhammad
qui ascese da uno scoglio custodito nel Santuario
della Cupola d’oro-,
terza delle mete di pellegrinaggio islamico dopo La
Mecca,
luogo della “Rivelazione” -contenente la “Qaba”, una pietra
nera cubica che annualmente i musulmani circumambulano- e Medina,la
città natale del “Grande Profeta”;
Riconquista dei
cristiani il 15 luglio dell’Anno Domini 1099;
Riconquista di
Saladino della Città Santa che tornò a chiamarsi “Al-Quds”
dopo il 2 ottobre dell’Anno Domini 1187.
L’afflusso dei cristiani successivamente alla perdita dei Crociati della Città di Gerusalemme e degli ultimi potentati e roccaforti si affievolì dal XIV al XVII secolo, per poi, invece, ricrescere a partire dal XIX secolo. Con l’avvento del Primo conflitto mondiale i Turchi Ottomani che detennero ininterrottamente il potere su Al-Quds dal 1517 al 1917 gli Inglesi conquistarono Gerusalemme che tornò ad essere cristiana. L’area divenne un potentato inglese e vide crescere le chiese anglicane, così come le altre comunità cristiane, cattoliche ed ortodosse.
Questa modalità consentì all’antica prassi penitenziale e/o rituale del pellegrinaggio verso i Loca Sancta di poter lucrare veri e propri “signa super vestem”. Così, anche i cosiddetti “palmieri” del XX e XXI secolo possono riportare un segno tangibile della loro visita alla Città Santa; la città martoriata, simbolo delle tre religioni abramiche -dette anche “del Libro”, monoteiste accomunate dal Patriarca per antonomasia- trova così, nonostante le divisioni, il muro di cemento armato che la separa, successivamente la seconda intifada segno della presente rivalsa fra le diverse religioni, in particolare ebraismo e islamismo. Proprio per significare la necessità e l’urgenza di questi fedeli che hanno testimoniato il loro viscerale attaccamento a Jerusalem e che hanno continuato a giungervi a piedi, in bicicletta, in nave, in aereo, con l’auto, in moto e persino a cavallo in Terra Santa.
Per questo motivo, il Sommo Pontefice Leone XIII, per principiare il XX secolo, benedisse ed incoraggiò i pellegrini a visitare i Loca Santa, a tornare a visitarli, a partecipare ad un cammino che è metafora del pellegrinaggio terreno; il Pontefice dispose, con adeguato disciplinare, e concesse un signum -confermandone foggia in un apposito disciplinare/approvazione- che fosse nello stesso tempo un’attestazione del pellegrinaggio ed un vero segno tangibile, un ricordo personale, tanto da essere uno speciale tributo per il particolare santo viaggio a Gerusalemme. Dunque, per remunerare quanti compivano questo cammino verso i Sacri Santuari -in gestione alla Custodia Terrae Sanctae– fu istituita, con decreto del 2 maggio 1900, un’apposita decorazione Pontificia -anche detta “Croce Leonina” in tre classi di merito -ovvero d’oro, d’argento, di bronzo-.
Congregatio pro Propaganda Fide
Decretum
«In mezzo alle crudeli vicissitudini nelle quali la Chiesa dei nostri giorni è assoggettata, la divina Provvidenza, nei suoi orientamenti pieni di bontà, ha cura di approntare il rimedio opportuno e di fornire con impegno rinnovato, un vigore imperituro alla fede. Non è senza ragione che ai numerosi indizi di sviluppo della pietà cristiana, si sia notato in questi tempi, uno zelo crescente e continuativo da parte dei pellegrini, verso la venerazione dei Luoghi Santi della cristianità.
Tali manifestazioni religiose presentano caratteristiche da non sottovalutare: coinvolgono gruppi numerosi, e sono regolati da una certa disciplina che ne indirizza saggiamente la pietà.
Al primo posto fra questi santuari, si impongono con una forza speciale particolare i Luoghi Santi di Palestina, santificati dal Figlio di dio con la sua incarnazione, con i Misteri della sua vita mortale, con il cruento sacrificio della sua Morte e con la sua gloriosa Risurrezione. Non è possibile, infatti, visitare piamente questi Luoghi Santi, senza riceverne abbondantemente frutti di salvezza. infatti, vedendoli coi propri occhi, questi Luoghi santificati da Gesù Cristo, hanno una forza tutta speciale per commuovere il cuore dei fedeli ; e rievocando più vividamente i soavi ricordi della Redenzione umana, fanno concepire efficaci desideri e propositi d’inaugurare, una volta per sempre, uno stile di vita che risponde ai santissimi esempi ed alle salutari dottrine di Cristo Redentore.
Spinto da tali ragioni, il sommo Pontefice Leone XIII gloriosamente regnante che, in virtù del suo potere apostolico, abbraccia con attenta sollecitudine tutti coloro che si impegnano al risveglio della religione, ha deciso di premiare lo zelo di quelli che si impegnano ad intraprendere il pellegrinaggio in Palestina. Per questi motivi, ha deciso di istituire una insegna – la cui esecuzione è demandata alla Congregazione di Propaganda Fide – destinata a perpetuare nei devoti visitatori della Terra Santa i ricordi e i frutti del loro pellegrinaggio».
Venivano successivamente indicati i criteri con i quali devono essere coniate: una piccola effige, nel fronte, di Sua Santità Leone XIII campeggia al centro delle aste –ove queste si incrociano-, leggermente aggettante, con l’iscrizione «Leo XIII P.M. creavit, Anno MCM»2.
Decreto del “Signum Sacri Itineris Ierosolymitani”.
«Decreto istitutivo.
[… omissis … ]
Per questi motivi, il Sommo Pontefice, Leone XIII, gloriosamente regnate, (che in forza della sua autorità Apostolica e che con sollecita cura ricerca tutto ciò è pertinente all’incremento della religione), ha concepito – al fine di incoraggiare lo zelo per questi viaggi in Palestina – il provvidenziale disegno di mettere in esecuzione il decreto di questa Sacra Congregazione per la Propaganda delle Fede cioè l’istituzione di una speciale insegna attraverso la quale i pii pellegrini in Terra Santa possano più facilmente preservare i frutti, assieme alla memoria, del loro primo pellegrinaggio.
Il sacro segno sarà della forma della croce conosciuta come di “Gerusalemme”, e sarà fatta nella seguente maniera.
Da un lato, all’intersezione delle braccia, ci sarà un piccolo medaglione sul quale saranno iscritte le parole “LEO XIII P.M. CREAVIT ANNO MCM”.
Sulle braccia della croce saranno rappresentate i Misteri dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria, la Natività di Cristo, il Suo Battesimo, e la Festa dell’Eucaristia, mentre all’estremità dei bracci della croce una iscrizione reciterà “CHRISTI AMOR CRUCIFIXI TRAXIT NOS”.
Sul recto, nel mezzo, ci sarà la figura del Cristo Risorto, e sulle braccia della croce, il Redentore, pregante nel giardino degli ulivi, flagellato, coronato di spine e appeso alla croce; inoltre, in fondo alle braccia, ci saranno le parole “SIGNUM SACRI ITINERIS HIEROSOLYMITANI”.
Questa decorazione, che è da indossare sul lato sinistro, penderà da un nastro di seta di color rossa, avente quattro strisce di blu attraversanti il centro e bordato su entrambi i lati da un bordo bianco intersecato da un filetto giallo.
Questa sarà fatta in bronzo, argento, e oro e distribuita a ogni pellegrino ciascuno secondo il suo rango come cittadino, il suo grado come guida di un pellegrinaggio, o il suo merito come benefattore verso le sacre reliquie della Terra Santa: a ciascuno che intraprende due volte un pio pellegrinaggio, sarà concessa una croce d’argento.
La giurisdizione e il potere di conferire questo sacro segno rimarrà con la Custodia di Terra Santa a Gerusalemme, che, nel nome del Supremo Pontefice, la conferirà, a ciascuno privatamente, o, qualora succedesse che molti pellegrini arrivassero contemporaneamente, pubblicamente, con solenni cerimonie. Nessuno, comunque, potrà essere decorato con la croce, senza che mostri una lettera di credenziali del proprio parroco, sottoscritta dall’Ordinario, attestante la sua buona predisposizione d’animo e il fatto che egli ha intrapreso il pellegrinaggio a Gerusalemme per motivi di pietà.
Inoltre una elemosina per questi sacri luoghi di dieci pezzi d’argento (dieci franchi d’oro) sarà data al Custode di Terra Santa oltre al valore della croce che ognuno ha ricevuto.
Comunque, questa decorazione sarà indossata soltanto nelle sacre cerimonie, prendendo parte a pie processioni o pellegrinaggi, o in presenza del Sommo Pontefice.
Il presente, per ordine di Sua Santità, confermata per decreto, qualunque cosa in contrario cessa di avere effetto.
Dato a Roma, dal Palazzo della Congregazione per la Propaganda della Fede, l’11 maggio 1990.
+ M. Card. Ledochowski
Aloisio Veccia, Segretario».
I misteri dell’Annunciazione di Maria Santissima -la Natività del Signore, il suo Battesimo, l’istituzione dell’Eucaristia– sono rappresentati su ciascuna delle aste della croce più grande; un ulteriore cartiglio indica: «Christi Amor Crucifixi traxit nos»3.
Al centro della Croce, però sull’altro lato –al rovescio-, si può vedere l’immagine di Cristo Risorto, mentre attorno vediamo ulteriori scene del Messia: che prega al Getsemani, flagellato alla colonna, Coronato di spine ed infine Crocifisso; all’estremità, invece, si legge il nome di questa particolare decorazione papale: «Signum Sacri itineris Hierosolymitani»4.
Come tutte le insegne e decorazioni di Merito, anche questa deve essere portata sulla parte sinistra del petto, pendente da una fascetta di seta rossa, listata al centro da quattro strisce cerulee; i bordi saranno segnati da una linea bianca, rigata al centro in giallo-scuro.
Queste croci saranno coniate, per ciascuna classe di Merito, in bronzo (3° classe), argento (2° classe), oro (1° classe). Inoltre, potranno essere conferite a ciascun pellegrino secondo il grado e il titolo proprio, secondo il posto occupato nella direzione del pellegrinaggio, soprattutto il Merito per Benefici ed in relazione dunque a particolari benemerenze rese a favore dei Loca Sancta. Ad esempio, chi avrà compiuto il suo pellegrinaggio per ben due volte, avrà diritto ad essere decorato con la croce d’argento.
Sua Paternità il Reverendissimo Padre Custode di Terra Santa ha diritto, per volontà pontificia, a conferire questa Sacra Insegna in nome e per conto del Sommo Pontefice; la Medaglia è corredata da un relativo diploma che attesta il Santo Viaggio e la categoria della Decorazione Pontificia. Questo può essere conferito ai pellegrini in forma privata -nel caso in cui si tratti di singoli pellegrini-, oppure pubblicamente in forma solenne, nel caso si tratti di gruppi numerosi.
Per poter ricevere questa Medaglia ed esserne decorati bisogna che il pellegrino perfezioni il pellegrinaggio con una lettera di referenze del proprio parroco, sottoscritta dall’Ordinario del luogo, che ne attesti l’onestà dei suoi costumi e che ha intrapreso a scopo devozionale il pellegrinaggio nei Loca Sancta; a favore della Custodia dovrà inoltre lasciare un’offerta di dieci franchi, in aggiunta al costo della croce, per la conservazione dei Santi Luoghi.
La sacra insegna può essere portata pubblicamente solamente nelle solennità di culto, durante le processioni oppure durante i pellegrinaggi, oppure alla presenza del Santo Padre5.
Da Roma, datato 10 Giugno 1901, risulta pubblicato dal Cardinale Prefetto dell’Istituto de’ Propaganda Fide il “Decreto” inviato a Sua Paternità padre Frediano Giannini, 148° Custode di Terra Santa6: «Reverendissimo Padre, rispondendo al desiderio di accrescere sempre più il numero dei pellegrinaggi devozionali che i fedeli compiono – con grande profitto per le anime – nei santuari di Terra Santa, il Sommo Pontefice si è degnato di istituire una speciale medaglia, o croce commemorativa, che sarà offerta esclusivamente ai pellegrini di Palestina, sia uomini che donne.
La distribuzione dell’insegna è affidata alla Reverenza vostra.
Vi trasmetto qui incluso il decreto d’istituzione di questa pia insegna, unito alle relative regole di conferimento, insieme al diploma. Unisco inoltre una delle medaglie conforme al modello approvato da Sua Santità, e allego in copia la distinta dei prezzi a cui vengono eseguite dall’orefice che ne ha eseguito la decorazione e ne conserva la matrice.
Alla fine di ogni anno, poi, la preghiamo di inviare alla Congregazione il resoconto finanziario delle offerte ricevute dalla distribuzione delle medaglie, e l’indicazione del numero di pellegrini che ne sono stati decorati.
Assicurando preghiere al Signore, che la conservi e le accordi ogni bene,
devotissimo servitore
M. Card. Ledochowsky
Louis Veccia, sec»7.
Nel XXI secolo una decorazione sembra riservata a poche categorie -in particolare militari, o a qualche personaggio altolocato, oppure per i servizi resi alla nazione, o per le ricerche nel campo delle scienze, arti, spettacolo-, ma non certamente ad un pellegrino. Eppure, i “Signa super vestem”8 a partire dal Medioevo cristiano erano i caratteristici distintivi di colui che devozionalmente si recava verso le mete classiche -le cosiddette “Peregrinationes Maiores”- che erano: Roma (chiavi decusse o immagine acheropita della Veronica, o Mandilyon), Santiago (la “concha peregrinatores”9) e Gerusalemme (la palma di Gerico). Altre, meno importanti, si aggiungevano a queste tre primigenie che contraddistinguevano le categorie di pellegrini che potevano fregiarsi di quel “Signum” soltanto dopo aver percorso e perfezionato il Pellegrinaggio penitenziale.
Oggi cosa può significare questa medaglia? Che vuol dire indossarla? Certamente come tutte le Medaglie ha un particolare significato e questo è il “segno del pellegrino gerosolimitano”. Da dove potrà mai derivare l’essere “decorati”, ovvero avere una Medaglia? Certamente possiamo ritrovare un significato di questa “numisma” in un passaggio esodale dove possiamo leggere: «farai una lamina d’oro puro e vi inciderai, come su di un sigillo: “Sacro al Signore”»10, ecco l’importanza di quest’ambitissima decorazione. Nello stesso capitolo il verbo “incidere” ricorre per ben cinque volte ed inoltre, nell’ambito scritturistico, troviamo ripetutamente esplicitato l’invito che il Signore rivolge verso gli uomini per ricordare i suoi interventi, spronandoli; un gesto, dunque, ancestrale di incidere un oggetto per serbarne il ricordo, farne un Signum da poter avere sotto i propri occhi, indicazione di ciò che si è compiuto. E per i pellegrini di ritorno da un’importante Terra ecco un simbolo che ne rende testimonianza e ne fa memoria.
Il Diploma di conferimento della Sacra Decorazione di papa Leone XIII reca questo testo:
«Fra. N. dell’ordine dei Frati Minori, guardiano del S. Monte Sion, e del SS. Sepolcro, di Nostro Signore Gesú Cristo, Custode di tutta la Terra Santa ed umile servo nel Signore, al nostro diletto in Cristo, N., salute e serafica Benedizione. Essendoci, per Autorità Apostolica, stata concessa la facoltà di conferire ai fedeli la medaglia commemorativa del pio pellegrinaggio ai Santi Luoghi, abbiamo creduto bene di decorare con questo segno di onore (croce in bronzo, argento ed oro), l’affetto della tua pietà, mosso dal quale sei venuto qui per venerare i monumenti della nostra Redenzione affinché nel tuo animo rimangano perpetuamente vivi i frutti e la memoria del compiuto sacro pellegrinaggio.
Dato in Gerusalemme il dì … del mese … dell’anno …
[Firme:]
Segretario della Custodia di Terra Santa
Custode di Terra Santa».
Sulla medaglia possiamo leggere incise sulla medaglia: Christi amor Crucifixi traxi nos -ovvero “l’amore di Cristo crocifisso ci ha attratti”. Queste parole che esprimono lo spirito di san Paolo: «ritenni, infatti, di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi Crocifisso»11; e come scrisse nella sua prima lettera San Pietro: «a questo infatti siete stati chiamati, poiché/ anche Cristo patì per voi/ lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme»12.
Il pellegrinaggio verso i Loca Sancta è proprio questo: immergere le proprie impronte sulle orme del Divin Maestro, confessando la propria fede ed adesione in Cristo morto e risorto, in questa sua Terra da Lui attraversata a piedi. Ecco l’esigenza del Sommo Pontefice Leone XIII di remunerare, in linea con quella logica del cosiddetto “sistema premiale”, adeguatamente il “palmiere” che si recasse nella Città Santa o presso i Santuari retti dalla Custodia Terrae Sanctae. Una medaglia pontificia quale “Signum sacri itineris Hierosolymitani” -e cioè “Segno del santo viaggio a Gerusalemme”.
Il Sommo Pontefice San Giovanni Paolo II così espresse questo significato di amore per i Loca Sancta e ci sia consentito citarlo: «giungo in questi luoghi che Tu hai riempito di Te una volta per sempre… O luogo! Quante volte, quante volte ti sei trasformato prima che da Suo divenissi mio! Quando Egli ti riempì la prima volta, non eri ancora nessun luogo esteriore, eri soltanto il grembo di sua Madre.
incontrarti attraverso una pietra che fu toccata dal piede di Tua Madre! O luogo, luogo di Terra Santa – quale spazio occupi in me! Perciò non posso calpestarti con i miei passi, debbo inginocchiarmi. E così attestare oggi che tu sei stato un luogo d’incontro. io m’inginocchio – e metto così il mio sigillo. Resterai qui col mio sigillo -resterai, resterai- e io ti porterò con me, ti trasformerò dentro di me in un luogo di nuova testimonianza. Io parto come un testimone che renderà la sua testimonianza attraverso i secoli»13.
La medaglia Pontificia Leonina è il “signum” visibile e tangibile dell’esperienza del pellegrinaggio vissuto e praticato, una realtà che resta indelebilmente scolpita nel cuore di colui che compie questa bellissima visita “peregrinationes maiores” e che appunta in primis non solamente all’altezza del cuore, ma soprattutto in sé il pio pellegrinaggio nei Loca Sancta. Ciascuna delle scene rappresentate sulla medaglia evoca al pellegrino uno dei luoghi cari alla tradizione di ogni Christifideles; essa rappresenta una particolare preghiera, sicuramente ricorderà i colori, i profumi, i suoni e tutte le persone incontrate in quella pia peregrinazione. Certo è che chi ha avuto la fortuna di poter raggiungere i Loca Sancta sa che è un ricordo bellissimo di una trasfigurazione, laddove camminando sulle strade cristiche è riuscito a lasciarsi interpellare dal Logos. Ed il profeta Isaia ricorda: «Sion aveva detto: “il Signore mi ha abbandonata; il Signore mi ha dimenticata”. Una donna dimentica forse il suo bambino, non avrà pietà per il frutto del suo ventre? Se anche una donna si dimenticasse, io non ti dimenticherò. Ecco, io ti pongo sul palmo delle mie mani, le tue mura sono sempre davanti ai miei occhi»14.
Per un vero cristiano il segno della Croce fa parte del suo patrimonio genetico come fedele: sin da bimbo i genitori, o i nonni, gli insegnarono a farsi il “segno” quando entrava in Chiesa o prima delle preghiere. Insomma, un gesto che abbraccia l’orizzontalità tra noi uomini, nella verticalità verso Dio Padre che è nei cieli e dal momento della Risurrezione, scaturente proprio da quella morte di Croce e dalla discesa nella nuda terra nel regno dei morti, dopo tre giorni da quell’«Elohi, Elohi lemà Sabactani», un lamentoso grido prima di spirare -che significa “Dio mio, Dio mio perché mi stai lasciando- simile, per certi versi, ad una bestemmia perché il “vero Uomo” sentendo la morte prendere il sopravvento grida a gran voce che il “vero Dio” si sta distaccando.
Un gesto profondo intriso nel Preziosissimo Sangue, da cui nel più bel quadro del Creatore scaturisce il “Paraclito” ovvero il Divin Consolatore -che è lo Spirito Santo- che, come dice la Scrittura nel Primo Testamento: «queste parole… le inciderai nel tuo cuore e tu le insegnerai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via…»15.
Per chi ama Cristo, per chi si sente cristiano, la Terra Santa risulta incisa nel suo cuore, impressa nelle sue mani, ed in ultimo scolpita in un “Signum” forgiato su una medaglia da consegnare al pellegrino che a sua volta trasmetterà anche a quelli che questi incontrerà. Insomma, un pellegrinaggio terreno che prelude alla nostra fine, ad un’altra destinazione, che non termina mai. Certo è che i cristiani nei Loca Sancta oggi attendono dai pellegrini, più che nel passato, un sostegno che sia prima di tutto spirituale attraverso la loro preghiera. I pochi superstiti cristiani in Terra Santa perpetuano la Tradizione della Chiesa, nonostante tutti i problemi dipesi da una difficile convivenza fra ebrei e musulmani, è ancora vitale e pulsante, proprio nei luoghi cristici a dispetto degli atti di terrore e delle problematiche internazionali. L’emergenza più urgente per questi “Fratelli in Cristo” che vivono nei luoghi in cui nacque, visse e morì il Cristo, è soprattutto che si faccia conoscere la loro cogente ed attuale condizione. Il solo visitare questi luoghi consente loro di aiutarli, favorendo l’economia e l’industria del turismo nel loro paese. Il “Signum” di questi moderni “palmieri” attesta anche il legame che si crea tra i pellegrini e gli abitanti del paese che si è visitato; il Sommo Pontefice Beato Paolo VI così espresse -con parole di estrema attualità- questo legame e le aspettative: «questi fratelli, che vivono là dove è vissuto Gesù e che, attorno ai Luoghi Santi, sono i successori dell’antica e sempre prima Chiesa, madre di tutte le Chiese, hanno preziosi meriti davanti a dio e noi abbiamo un grande debito spirituale nei loro confronti: essi partecipano quotidianamente in modo tutto speciale alle sofferenze di Cristo […]. Se la loro presenza venisse a mancare, il calore della loro testimonianza verrebbe a mancare attorno ai santuari e i Luoghi Santi cristiani di Gerusalemme e della Palestina diventerebbero come dei musei»16.
La decorazione Pontificia di Leone XIII, oltre ad essere un “Signum” è un gesto; difatti, un tempo i pellegrini percorrevano a piedi quei Loca Sacra, e ricevevano un riconoscimento per quel loro peregrinare. Oggi, un turismo più attento ai confort, rischia di dimenticare l’importanza del percorrere a piedi e il gusto nel raggiungere la meta finale; sono gli stessi pellegrini, in realtà, che acquistano questa Decorazione, tranne che qualche personalità che Sua Paternità il Custode di Terra Santa desidera ringraziare per il particolare impegno a servizio della Terra Santa. Le entrate raccolte per le Decorazioni sono un’ulteriore prova dell’interesse che i pellegrini hanno per i Loca Sancta e, in particolare, la Custodia Francescana; queste offerte, secondo la discrezione del Padre Custode, sostengono gli Indigenti e gli Ammalati e ciascun anno la totalità di queste oblazioni viene distribuita ai più bisognosi in tutti i territori ove opera la Custodia Terrae Sanctae.
L’emozione, come dello scrivente, per avere ricevuto appuntato sul petto un “Sigillo sul cuore” da parte di Sua Paternità il Custode di Terra Santa è decisamente grande. Ci si augura che questa decorazione possa richiamare sempre al decorato quanto la Terra Santa gli può avere insegnato, le grazie che ha ricevuto e, soprattutto, rammentargli che il Signore stesso gli chiede come nel Cantico dei Cantici: «mettimi come un sigillo sul tuo cuore, come un sigillo sul tuo braccio»17.
Uff. Prof. Alessio Varisco
Presidente dell’Unione Nazionale Cavalieri d’Italia
sezione di Monza e della Brianza
1 Il cosiddetto “Secondo Tempio” di Gerusalemme è la ricostruzione del primo “Tempio di Gerusalemme” costruito dal terzo re d’Israele e perciò detto “Tempio di Salomone”, che fu distrutto nel 586 a.C. dal babilonese Nabucodonosor II. Dopo la conquista di Ciro il Grande dei babilonesi gli ebrei tornarono nella loro terra e -dopo l’esilio babilonese e come racconta il Libro di Esdra-ricostruirono completamente nel 515 a.C. tutta l’antica area templare che fu rinominata “Secondo Tempio”. Durante questo periodo –conosciuto a livello storico come “ritorno in Patria”- divenne il centro della spiritualità del “Giudaismo”, sede cultuale per antonomasia e luogo dei sacrifici rituali.
Durante il I secolo a.C. fu ampliato ad opera di Erode il Grande, a partire dal 19 a.C., e per tale motivo il Tempio gerosolimitano viene anche indicato, a decorrere da quella data, come Tempio di Erode.
Il Tempio di Gerusalemme fu, così come raccontato dalle cronache (si veda: Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, V), distrutto nell’anno 70 d.C. dal generale romano Tito quale segno della “grande diaspora”.
2 Che significa: “istituita da Papa Leone XIII, anno 1900”.
3 Che significa: “l’amore di Cristo Crocifisso ci ha attirato”.
4 Che significa: “ricordo del pellegrinaggio in Terra Santa”.
5 Il documento risultava sottoscritto dal Palazzo della Sacra Congregazione di Propaganda Fide il 2 Maggio 1901 da SER il Signor Cardinale M. Card. Ledochowsky – Louis Veccia Sec su esplicito mandato di Sua Santità Leone XIII.
6 Frediano Giannini nacque a Bozzano (frazione del comune lucchese di Massarosa) il 16 Giugno 1861 e morì il 25 ottobre 1939; è stato sacerdote dell’OFM e Arcivescovo di SRC.
Frediano Giannini si è unito alla Congregazione dei Francescani Minori e ha ricevuto il Sacramento dell’Ordine il 21 dicembre 1883. Dall’anno 1900 al 1906 è stato il 148° Custode di Terra Santa.
Il Sommo Pontefice San Pio X lo ha nominato “Arcivescovo titolare di Serres” il 20 gennaio 1905 e “Vicario Apostolico di Aleppo” nonché “Delegato Apostolico in Siria”. L’Ordinazione Episcopale avvenne il 5 marzo dello stesso anno dal “Delegato Apostolico in Egitto”, l’Arcivescovo Aurelio Briante OFM, e co-consacranti sono stati SER Mons. Luigi Piccardo –Vescovo Ausiliare del Patriarcato Latino di Gerusalemme– e SER Mons. Jean Muradian -Vescovo di Marasc-.
In data 12 febbraio 1936 il Sommo Pontefice Pio XI lo ha nominato “Vice-Ciambellano di SRC”.
7 Protocollo n. 44 275 (Al Rev. mo Custode di Terra Santa – Gerusalemme).
8 Come già detto nel relativo paragrafo.
9 Che si tratta della conchiglia chiamata “pecten jacobaeus” è la diffusissima capasanta detta anche “conchiglia di San Giacomo” e talvolta “pettine di mare”.
10 Es 2, 6.
11 Cor 2, 2.
12 1 Pt 2, 21.
13 Ioannes Paulus Pp. II, Lettera dal Pellegrinaggio sui luoghi della Salvezza, Giugno 1999.
14 Is 9, 1 – 6.
15 Dt 6, 6.
16 Paulus Pp. VI, Viaggio in Terra Santa, 1964.
17 Ct 6.